Ghiacciai, fiordi, montagne e laghi, città coloniali e città minerarie: alla scoperta dell’Isola del Sud
Arriva il periodo di Natale e con esso anche le vacanze dal lavoro (qui vi ricordo cosa sto facendo in Nuova Zelanda). Soprattutto, arrivano i miei genitori a trovarmi e così decidiamo di andare ad esplorare l’Isola del Sud.
Per far sì che mamma e papà stessero assieme a me – per comodità ma anche per risparmiare, visto che si fermeranno per un mese – ho preso in affitto una casa con giardino. I miei colleghi mi hanno aiutata ad arredarla: c’è chi mi ha imprestato il letto e i mobili per la camera da letto, il tavolo e le sedie per la sala; c’è chi mi ha dato la lavatrice e il necessario per la cucina. Non ho dovuto comprare nemmeno le posate! Dopo essersi un po’ ripresi dal viaggio e ambientati con il fuso orario, siamo pronti a ripartire.
In treno da Christchurch a Greymouth, la linea “TranzAlpine”
Prendiamo un volo da Rotorua proprio il giorno di Natale e arriviamo a Christchurch, la più grande città dell’Isola del Sud. Purtroppo nel 2011 un terremoto ha provocato la morte di 185 persone e ha distrutto buona parte del centro. Christchurch ai nostri occhi è apparsa ancora fragile, con tanti cantieri aperti e zone rosse nelle quali è proibito entrare. Ci sono però anche aree ricostruite sapientemente usando materiali di recupero – come i container – che sono diventate quartieri moderni e vivaci.
Il giorno dopo, di buon’ora, ci aspetta il treno della linea “transalpina”. Anche qui come in Italia ci sono le Alpi! Il treno ha grandi finestrini attraverso i quali si può godere del panorama sulle pianure di Canterbury e sulle montagne. Arriviamo al passo di Arthur per una breve sosta fotografica e proseguiamo fino ad arrivare a destinazione, sulla sponda ovest dell’isola, più precisamente a Greymouth. Qui noleggiamo una macchina ed iniziamo la nostra avventura vera e propria!
Da Franz Josef a Te Anau, il magnifico “west”
Costeggiamo l’oceano in direzione sud e come prima tappa scegliamo Franz Josef dove ritrovo la mia amica Mariana (vi ricordo chi è qui) che lavora nell’albergo nel quale andremo a soggiornare. Il paesino è punto di partenza per i ghiacciai Franz Josef e Fox, due lingue di ghiaccio che scendono dalla catena montuosa più alta della Nuova Zelanda, quella che include il Monte Cook. Ormai siamo degli “esperti di ghiacciai”, dopo aver visto anche quelli dell’Islanda e della Patagonia, ma è sempre un’emozione nuova e diversa poiché ognuno ha le sue peculiarità. La sera ci aspetta la cittadina di Wanaka con il suo bel lago, luogo di villeggiatura per chi è in cerca di tranquillità.
Si sa, i viaggi “on the road” riservano sempre delle sorprese…infatti ci troviamo catapultati nell’Ottocento, più precisamente nell’epoca in cui i cercatori d’oro arrivarono a frotte – persino dalla Cina – in quest’area. Cardrona, Arrowtown e Queenstown vi riporteranno indietro nel tempo grazie ai loro musei etnografici e agli edifici in perfetto stile “Far West”.
Milford Sound, Dunedin e la penisola di Otago
Da Te Anau partiamo per una gita organizzata al fiordo di Milford, fermandoci lungo il tragitto per annusare le migliaia di lupini che ricoprono i prati in questo periodo e per rimirarci sui Mirror Lakes, ovvero i “laghi specchio”. Milford è uno dei fiordi più visitati e famosi della Nuova Zelanda e con l’imbarcazione siamo arrivati fino al mar di Tasmania tra cascate, montagne, delfini e foche. Anche qui – come in tante altre zone dell’Isola del Sud e di tutta la Nuova Zelanda – la natura è potente, selvaggia e meravigliosa.
Da ovest torniamo sulla costa est fino a Dunedin, incontrando pochi centri abitati e per chilometri e chilometri nessuna macchina. La capitale della regione dell’Otago merita essere visitata in lungo e in largo a piedi. Noi ci siamo affidati ad Athol che ce l’ha fatta amare con i suoi racconti e spiegazioni (qui il link al suo sito).
Da Dunedin inizia la Penisola di Otago dove c’è…un castello! Il signor Larnach ha deciso di costruire la sua “umile” dimora in questo paradiso sperduto che oggi è visitabile assieme ai curatissimi giardini.
Moeraki, Tekapo ed Akaroa
Risalendo lungo la strada numero uno, facciamo sosta a Moeraki dove assistiamo al fenomeno particolare dei “massi rotondi”. Sono delle vere e proprie sfere di roccia che possono raggiungere anche i tre metri di diametro! Ci siamo divertiti ad abbracciarli e a sedercisi sopra.
A capodanno invece, ci siamo concessi un lusso: sorvolare con l’elicottero il lago Tekapo ed atterrare su un nevaio, circondati dalle Alpi neozelandesi!
Concludiamo il nostro tour dell’Isola del Sud nella penisola di Akaroa dove ancora si percepisce l’influenza francese nel nome delle strade, nell’architettura delle case e nei sapori della cucina locale.
L’Isola del Sud della Nuova Zelanda vi regalerà emozioni memorabili, almeno così è stato per noi.
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