In soli sei mesi dal mio arrivo in Nuova Zelanda, riesco a conquistare il visto di lavoro
Vi rinfresco la memoria con gli articoli precedenti che trovate qui: #1, #2 e #3. Mi trovo in Nuova Zelanda da febbraio e lavoro come cameriera in un ristorante italiano di Cambridge. Vivo in una specie di campeggio con la mia amica argentina Mariana e ho una macchina sgangherata con la quale esploro la “terra dei kiwi” durante i fine settimana. E ora cosa succederà? Lo scoprirete nella quarta parte della serie “Torzeando in Nuova Zelanda”!
Vi ho parlato in precedenza di Alison e Graeme. Conoscevo già Graeme per via del lavoro che svolgevo in Italia. Fin da subito Alison e Grame mi sono stati d’aiuto in Nuova Zelanda: per farmi risparmiare i soldi del campeggio e dare una mano sia a me che a Mariana, ci hanno chiesto di gestire la loro fattoria mentre si assentavano per un viaggio in Europa. La fattoria di Bryher tutta per noi! La foto vi mostra in che luogo meraviglioso abbiamo trascorso tre settimane, tra verdi colline e il silenzio più assoluto.
Il lavoro nell’ufficio acquisti
Oltre ad avermi aiutata con l’alloggio, Graeme ha messo una buona parola per me presso l’azienda per la quale lavora. Fortuna ha voluto che c’era una signora che doveva andare in maternità, per cui si è liberato un posto presso l’ufficio acquisti. Perfetto! La mia “working holiday visa” mi consentiva di lavorare al massimo per tre mesi per lo stesso datore di lavoro, per cui questa sostituzione maternità è capitata a fagiolo. Ho fatto il colloquio e sono stata assunta per comprare i ricambi dai fornitori europei dell’azienda.
E dopo i tre mesi di sostituzione maternità?
La signora che sostituivo ha deciso di non rientrare al lavoro e quindi mi hanno proposto la posizione fissa. Che emozione! Ottenere la “work visa” non è cosa di tutti i giorni! Molti emigrati non riescono ad ottenere il visto di lavoro e sono costretti a tornare in patria. Per festeggiare questo risultato – in attesa di ottenere le carte del visto – me ne sono andata dodici giorni alle Isole Fiji (ecco a voi il resoconto del viaggio).
Un visto di lavoro in tasca e una vita in Nuova Zelanda: cosa chiedere di più?