Due giornate e due esperienze diverse all’Expo 2015 di Milano
A pochi giorni dalla fine non potevo perdermi l’EXPO 2015, la fiera internazionale delle culture, dei popoli e dei sapori. Il tema di quest’anno è stato “Nutrire il pianeta, Energia per la vita” che a dir la verità non mi attirava molto. Tuttavia, quanto tempo ci vorrà per riavere un’esposizione universale in Italia?
Ho sentito molti ed eterogenei pareri su questo evento: troppa gente, bellissimo, carissimo, interessantissimo… direi che tutti questi aggettivi sono appropriati per descriverlo!
Appena varcato il cancello dell’entrata ovest, troneggiavano le enormi statue che costituivano una sorta di arcimboldiano esercito di terracotta. Il “Popolo del cibo”, opera dello scenografo Dante Ferretti, accoglieva qui i primi visitatori e dava subito l’impressione di partecipare a qualcosa di “grande”.
Malgrado la giornata piovosa, non si riusciva quasi a camminare lungo il Decumano, la via principale sulla quale si affacciavano i padiglioni di ciascun paese partecipante. Visto che era già tempo di mettere qualcosa sotto i denti, è partita la caccia al cibo ed è anche iniziato lo sconforto. I prezzi per una misera piadina DOP o per un piatto tipico di un qualsiasi paese erano folli. Affamata ma disgustata dal fatto che ad una fiera internazionale sul cibo questo fosse carissimo, mi sono accontentata di un buon gelato artigianale a 2,5€… Oltre al costo esagerato di cibi e bevande, strideva a mio modo di vedere la presenza di multinazionali come Mc Donald o Coca Cola che poco hanno a che fare coi temi del “nutrire il pianeta” o dell’”energia per la vita”. Ma si sa, manifestazioni così complesse e costose richiedono sponsor facoltosi…
L’Expo crea molte aspettative e curiosità tra i potenziali visitatori
Tra le cose che più attirano l’attenzione spiccano le architetture dei padiglioni. Spesso costruiti usando materiali poveri e riciclabili come pallet, bambù, legname o corde, molti erano davvero belli. Non per nulla le code erano letteralmente chilometriche ai loro ingressi! E qui arriva la nota dolente: non sono riuscita a visitare NESSUNO dei padiglioni principali! Solo per darvi un’idea, i tempi di attesa per entrare al padiglione del Giappone hanno raggiunto picchi di 11 ore!
Slow food, riciclaggio e laboratori per i più piccini
Questa era l’area che più rappresentava secondo me i valori dell’esposizione universale, la più educativa per le nuove e vecchie generazioni. Arricchita da giardini e orti biologici, era sicuramente istruttiva, con informazioni legate ai temi del cibo, dell’alimentazione consapevole e del consumismo. Spero davvero sia servito come monito a tutti noi…
Lo spettacolo dell’Albero della Vita
Forse un po’ annoiata dai vari servizi televisivi su questa attrazione, non sapevo cosa aspettarmi. Una giostra di lucine e colori un po’ pacchiana, o un qualcosa che meritasse essere visto? È un’altissima struttura in acciaio e legno, la cui cima è ispirata alla decorazione pavimentale di piazza del Campidoglio. Si trova al centro di una fontana che zampilla a suon di musica e a ritmo di luci. In due parole è questo. Ma credetemi che il connubio di musica, colori e giochi d’acqua, rapisce lo spettatore ed incanta per bellezza e maestosità. Mi ha trasmesso l’idea della nascita e il trionfo della vita in chiave del tutto italiana. L’Albero è tra le strutture dell’esposizione che verranno conservate ad uso e consumo dei posteri. A memoria di ciò che è stata, apprezzata o meno, questa Expo 2015.
Aggiornamento!
24 ottobre, 2ª volta all’Expo
A una settimana esatta dalla fine, in una splendida giornata di sole quasi primaverile, alle 9 di mattina c’era già una FIUMANA di gente… Per cui non ero fiduciosa di riuscire a vedere neanche stavolta alcun padiglione. Invece a fine giornata ne ho visti ben otto! Non sono stati i principali né i più ambiti, ma perlomeno ho capito cosa potessero avere all’interno. Prodotti tipici, souvenir, informazioni sulla nazione mostrati al pubblico con le più svariate tecnologie: dagli schermi ai touch screens, dai pannelli descrittivi ai video.
Complice il bel tempo, erano anche aperti i furgoncini con il cibo da strada. C’era solo l’imbarazzo della scelta e i prezzi erano decisamente più abbordabili. Tutto è stato più rilassante e piacevole della gita precedente e visto che alcune tra le strutture realizzate rimarranno come eredità per la città di Milano, chissà che in futuro non abbia la possibilità di vederle senza dovermi fare ore di coda!