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Tiziana Brazzatti scopritrice del dinosauro Antonio

Tiziana Brazzatti, la scopritrice del dinosauro più antico e completo d’Europa

da Sara

Il dinosauro Antonio, un patrimonio da preservare e far conoscere

Ci troviamo subito a nostro agio, purtroppo possiamo parlarci e vederci solo al telefono e non di persona. Avverto subito però che Tiziana è una persona solare, ironica – da triestina doc quale è – e semplice nei modi oltre che dolce ma concreta. Conoscevo già in parte la sua storia perché ho visitato il sito paleontologico del Villaggio del Pescatore nel comune di Duino Aurisina (TS) e mi avevano parlato marginalmente di lei. Vi racconto la sua interessantissima storia perché è lei che ha scoperto il dinosauro Antonio, il secondo dinosauro ufficialmente ritrovato in Italia.

La prima domanda a bruciapelo che le ho fatto è stata:

S: “Mi dici cosa posso dire e pubblicare sul tuo conto? Perché so che la tua è una vicenda alquanto travagliata”

Lei si mette a ridere quasi imbarazzata e mi risponde serenamente:

T: “Possiamo dire tutto ciò che vogliamo purché in modo rispettoso e senza entrare troppo nei dettagli”.

Mi pare un giusto compromesso anche se da buona curiosa ed investigatrice quale sono mi piacerebbe dare giustizia a Tiziana e alla sua incredibile scoperta.

Ma facciamo un passo indietro: chi è Tiziana Brazzatti? È una geologa che da studentessa nel 1994 ha rinvenuto un fossile di dinosauro di dimensioni medio-grandi tra i più completi mai scoperti in Europa. Non mi pare proprio un ritrovamento di poco conto, voi cosa ne dite?

Proseguo a stuzzicarla chiedendole

S: “Perché il dinosauro Antonio non è stato chiamato con il tuo nome?”

Ride di nuovo e mi sento quasi ingenua a porle questa domanda che le fanno in tanti, soprattutto i bambini e i suoi studenti. Mi risponde secca:

T:“Perché è un problema di differenza di genere. Più di vent’anni fa, il mondo della Geologia e della Paleontologia era prettamente maschilista. All’epoca ero una semplice studentessa che non contava nulla nel mondo accademico, esistevano ancora i baroni universitari che decidevano le sorti dei laureandi. Una scoperta di tale peso ed eccezionalità fa emergere problematiche di invidia e gelosia. Certe cose stanno migliorando in questi ultimi tempi ma siamo ancora molto indietro in Italia.

L’attribuzione del nome Antonio al dinosauro sembra derivi da quello del direttore che ha eseguito gli scavi nel lontano 1995

Un giorno sul quotidiano Il Piccolo è comparsa la dicitura “il dinosauro Antonio”. Purtroppo è rimasta nella memoria di tutti i mass media anche se in realtà non c’entrava nulla con la vicenda. A distanza di molti anni so che è stato un torto non attribuirmi in alcun modo la maternità della scoperta, anche perché tutti i fossili di dinosauri che sono stati rinvenuti da molte persone che hanno frequentato per vari motivi il sito paleontologico hanno avuto l’onore di ascrivere il proprio nome di battesimo al reperto.

Qualche anno fa è nato un progetto per volere di paleontologhe americane allo scopo di far superare le differenze di genere in questo campo della scienza denominato “The bearded lady project” (letteralmente “Il progetto della donna barbuta” che potete approfondire a questo link)

Inoltre, solo per ribadire che la Paleontologia può essere appannaggio anche del genere femminile, è stato pubblicato un libro dal titolo “She found fossils” che illustra le attività passate e presenti delle paleontologhe di tutto il mondo. L’Italia è rappresentata con un’area bianca: il colore bianco sta a significare che in America non si conoscono attività paleontologiche compiute da donne paleontologhe. Eppure io so che ce ne sono! Qui ho fatto anche un appello per poterle intervistare.

Tiziana ha ricevuto minacce e un’aggressione verbale perché si è permessa di dire che ha scoperto lei Antonio, quindi può darsi che succeda anche ad altre persone e che quindi abbiano paura ad esporsi.

Antonio è stato il secondo dinosauro ufficialmente scoperto in Italia. Vissuto all’incirca 80 milioni di anni fa, è il più completo d’Europa perché si è conservato più del 98% dello scheletro.

Tutte le ossa sono disposte come se fossero all’interno di un corpo vivente, in connessione anatomica. Grazie a questo perfetto stato di conservazione si sono potuti attribuire un genere ed una specie nuovi, ovvero Tethyshadros insularis che significa “adrosauroide insulare della Tetide”.

Come potete dedurre, il sito del Villaggio del Pescatore ha un’enorme valenza scientifica ma anche turistica. Gli studiosi pensano tra l’altro che ci possano essere altri fossili di dinosauri, addirittura undici o più. Tra l’altro hanno già scoperto un secondo dinosauro, denominato Bruno, dal nome dell’operaio che l’ha intravisto per primo nei blocchi rimasti dallo scavo. Un gruppo di ricerca di paleontologi italiani ha già scavato e sottoposto a studi scientifici il dinosauro Bruno. Essi stanno confrontando i fossili ritrovati anche con altri reperti disarticolati rinvenuti nel sito per ricavarne informazioni utili a delineare l’antico ambiente di vita e le peculiarità di questi incredibili animali del passato.

Il dinosauro Antonio è conservato al Museo di Storia Naturale di Trieste ed è esposto al pubblico. Non c’è certezza sulle cause del decesso ma una delle ipotesi è che sia morto di stenti a causa della frattura di un femore, chiaramente visibile sul reperto. Ricoperto in seguito da depositi fangosi che hanno creato un ambiente anossico, lo scheletro  si è preservato in modo eccezionale.

S:”Come hai scoperto il dinosauro Antonio?”

T: “Stavo facendo un rilevamento geologico per la tesina di laurea per verificare l’ipotesi di una faglia, una frattura della superficie terrestre. Non cercavo in realtà dinosauri. Cercavo affioramenti di calcare che comprovassero questa ipotesi. Mi sono ritrovata di fronte la mano di Antonio. Il giorno stesso sono andata a denunciare il ritrovamento al conservatore del Museo perché ero sicura che fossero le ossa di un rettile, sinceramente non pensavo ad un dinosauro. In quel periodo ero informatissima riguardo ritrovamenti di giacimenti di dinosauri in America anche sull’onda del film Jurassic Park.

Dopo una settimana ho condotto sul luogo il conservatore del Museo che mi ha confermato immediatamente che quel reperto non era mai stato segnalato. L’Università ha in seguito presentato la scoperta alla comunità scientifica ad un congresso tenutosi a giugno del 1994, ma mi ha escluso da ogni attività successiva. Nel biennio 1995-1996 sono partite le campagne di scavo dell’affioramento calcareo che hanno decretato la continuità dell’arto del dinosauro Antonio in profondità e che conseguentemente ha portato a sbancare una parte di collina negli anni 1998-1999 per riportare in luce questo eccezionale fossile.”

Il Museo di Storia Naturale è stato l’unico a supportare Tiziana: le hanno fatto fare la pubblicazione dandole la maternità della scoperta. Per il resto è stata esclusa fin dall’inizio. Il merito della scoperta è andato a parecchie persone, tra chi al momento partecipava agli scavi o chi sembrava più titolato.

Solo nel 2000 durante la presentazione di Antonio al pubblico c’è stata la rivelazione che la scoperta è stata fatta da “una studentessa”

Anche sui siti ufficiali di Trieste non è riportato il nome di Tiziana Brazzatti e non se ne comprende il motivo. Su Wikipedia da qualche anno finalmente è citata quale scopritrice dell’arto fossile dell’animale.

fossile di un arto del dinosauro Antonio

La situazione attuale è che il sito del Villaggio del Pescatore è chiuso al pubblico a causa di una serie di incomprensioni tra enti ed istituzioni; tali informazioni le potete cercare su vari articoli apparsi sui quotidiani locali.

Burocrazia e vicissitudini, sulle quali non ho titolo per esprimere giudizi, sono un freno alla valorizzazione dell’intera area che è ricca di meraviglie da visitare: si pensi alla Grotta del Mitreo, alla Villa Romana, alla chiesa di San Giovanni in Tuba. Ed è un peccato avere un patrimonio storico artistico inestimabile che rimane di fatto – in tutto o in parte – precluso ai visitatori.

Continuo a chiacchierare con Tiziana.

S:“Ci sono altri siti paleontologici in regione?”

T:“Siti paleontologici ce ne sono molti. Nel mio blog ho scritto di due di questi che ho visitato personalmente: uno è in Val Dogna, non è nemmeno segnalato e non ci sono cartelli né un sentiero agibile. Qui sono presenti impronte e nidi di rettili. L’altro, dove sono visibili sempre impronte fossili di dinosauro, si trova a Claut. Adesso non me ne vengono in mente altri ma pensiamo anche a quanti siti archeologici importantissimi ci sono a Villaggio del Pescatore come quello della Grotta del Mitreo o ai reperti romani nella zona dell’acquedotto “Randaccio”. Sarebbe bello che avessero la visibilità che meritano e che i turisti li potessero visitare.”

Continuo ad essere molto perplessa ed arrabbiata, ma proseguo con l’intervista cambiando un po’ argomento.

S:“Come si diventa paleontologi?”

T: “Devi iscriverti ad una facoltà di Geologia o Scienze Naturali dove puoi svolgere un esame in Paleontologia e poi continuare il percorso di studi con un dottorato.”

S: “Cosa consigli ai bimbi che vogliono avvicinarsi alla paleontologia?”

T: “Io consiglio di coltivare la propria passione sempre e con entusiasmo, lo dico soprattutto alle bambine, di andare ai musei, di studiare, leggere libri scientifici e di sognare. Da piccola avevo trovato sul Carso triestino un fossile di nummulite e mia mamma mi spiegò che era una conchiglia che proveniva dal mare. Questa spiegazione semplice diede l’avvio ad un circolo vizioso di domande: volevo comprendere come potesse accadere che una conchiglia si trasformasse in fossile e come mai c’era il mare al posto della città di Trieste.”

Da anni Tiziana Brazzatti è professoressa di Matematica e Scienze alla scuola media ”De Tommasini” di Trieste e ne è felice. È in pace con sé stessa e nonostante alcune intimidazioni non ha rimpianti. Quello che ha potuto fare, l’ha fatto. È contenta di aver divulgato questa grande scoperta anche grazie al suo sito web nel quale scrive a livello scientifico notizie più precise e puntuali possibili. Lei va avanti per la sua strada e ha ogni giorno delle piccole ma grandi soddisfazioni.

Tiziana Brazzatti scopritrice del dinosauro Antonio

Grazie da parte mia se vorrete far conoscere anche voi la storia del Dinosauro Antonio e supportare una persona appassionata e meritevole condividendo questo articolo.

24 commenti

Dirce e Giuliano de Colle 07/02/2021 - 20:56

Intervista interessante ed illuminante. Complimenti alla scopritrice e alla intervistatrice.
Il tempo galantuomo saprà rendere il giusto riconoscimento a chi lo merita, persino se è donna!

Risposta
Sara 07/02/2021 - 20:58

Sicuramente sarà così! Noi intanto continuiamo a farci valere, vero Tiziana?

Risposta
Elide Catalfamo 11/02/2021 - 08:17

Ciao Tiziana, dai ricordati quello che vi dicevo a lezione alla Siss; il percorso per noi è più lungo e tortuoso ma, alla fine, raggiungiamo i nostri obiettivi anche se dopo una strada a zigzag. Un abbraccio.
Elide Catalfamo

Risposta
Sara 11/02/2021 - 16:58

Gentile professoressa, sono Sara figlia di Giuliano de Colle. A nome di mio padre la ringrazio del Suo commento. Mio padre la saluta cordialmente ricordando la comune passione per la natura e per il mare in particolare e per ultimo l’incontro che avete avuto per ricordare assieme alla famiglia Baldini il vostro vecchio amico scomparso Mario Bussani.
Con viva cordialità,
Giuliano de Colle

Risposta
Tiziana Brazzatti 11/02/2021 - 18:04

Prof.ssa E. Catalfamo, non sa che piacere aver letto un suo commento. Come da suoi insegnamenti scientifici e di vita la strada è lunga e si percorre talvolta con fatica essendo donne, ma…arriviamo al traguardo. Un abbraccio fortissimo.

Risposta
Daniela 08/02/2021 - 10:05

Articolo bellissimo! Grazie Sara per il tuo lavoro di divulgazione e la tua sensibilità nel diffondere storie come questa. Ho sempre voluto visitare il sito di Duino ma capitavo sempre nell’ orario sbagliato (ma giuro in realtà sono molto organizzata!!), quando ho sentito della sua chiusura mi sono davvero rattristata, mi auguro che ci siano persone che, con la loro passione, riescano ad andare oltre a questi limiti imposti da un sistema sbagliato.
Congratulazioni a te Sara per l’ articolo e congratulazioni alla dottoressa Brazzatti che, essendo donna, saprà essere, anche grazie alla sua esperienza e alla sua carriera, un esempio per molti, grandi e piccini.

Risposta
Sara 08/02/2021 - 10:19

Grazie per le tue bellissime parole Daniela e speriamo il sito riapra presto e diventi un orgoglio per la nostra regione. Spero anche che Tiziana abbia il giusto riconoscimento.
Un abbraccio

Risposta
Tiziana Brazzatti 08/02/2021 - 12:00

Un affettuoso saluto a Sara e a chi ha dedicato un po’ del suo tempo alla lettura di questa intervista…Grazie di cuore!

Risposta
Sara 08/02/2021 - 12:03

Grazie a te Tiziana, sei speciale!

Risposta
Giorgio 09/02/2021 - 10:36

E brave Tiziana e Sara!
Bella storia, la farò leggere ai miei ragazzi!
La consapevolezza e la serenità d’animo che Tiziana esprime anche tramite le parole di Sara sono il riconoscimento, e l’affermazione, più alti e nobili della scoperta e della passione trasmesse.
Grazie!
Giorgio

Risposta
Sara 09/02/2021 - 10:40

Penso tu abbia proprio ragione. Grazie

Risposta
Daniela Schifani Corfini 11/02/2021 - 19:12

Bravissima Tiziana, ma non mi basta! Il dinosauro Antonio deve cambiare nome, è una prepotenza inaudita quella che hai subito… dinosaura Tiziana o dinosauro Tiziano, sembra ombra di dubbio!

Risposta
Tiziana Brazzatti 14/02/2021 - 09:55

Carissima Daniela, apprezzo moltissimo la tua proposta ma ormai nell’immaginario comune questo dinosauro ha il nome di Antonio e nessuno saprebbe di cosa parliamo se gli cambiamo nome in dinosaura Tiziana…anche se sto raggiungendo quell’età…😂

Tiziana Brazzatti 14/02/2021 - 09:51

Grazie mille, i bambini sono sempre stati i migliori fan del dinosauro Antonio!

Risposta
Alessandro De Santis 08/02/2021 - 18:58

Ciao, complimenti per l’articolo finalmente un po’ di giustizia! La storia la conosciamo quasi in diretta, anzi..un noto paleontologo di TS ci spiegò come avvenne il ritrovamento e come la”studentessa” avesse azzeccato anche cosa ci fosse sotto gli “unghioni”. Questi racconti ci furono fatti in quel di San Giovanni d’antro, quasi in tempo reale con l’evoluzione della scoperta.. Personalmente questa storia mi aprì gli occhi sulle baronie universitarie, e museali che tuttora vi sono, non solo a TS. Spero che quella studentessa, non si sia fatta intimidire e oggi sia più forte ed agguerrita che mai! Un’intuizione così andava incensata. Occhio a non scoprire cose…😁😁 Che se poi vuoi pubblicare… Alessandro De Santis

Risposta
Sara 08/02/2021 - 19:00

Grazie della tua testimonianza Alessandro, preziosa e…molto di più.

Risposta
Mauro 14/02/2021 - 00:12

Sono molto contento che nell’intervista sia stato sottolineato il fatto che questo e altri preziosi siti posti nel territorio del Comune di Duino Aurisina non siano valorizzati per niente. L’ho sempre trovato uno scandalo e un enorme occasione sprecata di sviluppo turistico. Per dirla in maniera diretta, penso che, in Paesi con amministrazioni pubbliche solo un po’ più lungimiranti, fuori da questi luoghi ci sarebbe la fila per entrare. Esagero? Forse, ma la fila io l’ho vista veramente in diverse occasioni per cose di minor valore ma promosse e valorizzate con intelligenza.

Risposta
Sara 14/02/2021 - 06:09

Ha perfettamente ragione signor Mauro. Anch’io che ho viaggiato molto ho visto all’estero come sanno valorizzare luoghi direi inutili. Forse abbiamo un patrimonio troppo grande? Troppa burocrazia? Non lo so.
Grazie del suo commento, Sara

Risposta
Tiziana Brazzatti 14/02/2021 - 10:04

Condivido il suo commento a 360 gradi. Il giorno dei vent’anni dalla scoperta del dinosauro Antonio c’era la fila per entrare al sito paleontologico lunga fino al parcheggio. È stata un’esperienza esaltante vedere tutte quelle famiglie con i loro bambini condividere questa grande scoperta. Sono sicura che l’attuale amministrazione saprà riportare nuovamente questo nostro patrimonio culturale in auge. 😀

Risposta
Tiziana Brazzatti 14/02/2021 - 09:58

…sono presente ed attiva, continuerò a parlarne. Grazie!

Risposta
Lucia 29/01/2022 - 14:58

Bella intervista! Complimenti a Tiziana! Non conoscevo l’esistenza di questo ritrovamento, da andare a vedere appena possibile, peccato non sia conservato dove é stato trovato.

Risposta
Maurizio 22/02/2021 - 20:53

Sono contento che alla fine la verita’ sia venuta fuori. Temo che le discriminazioni non abbiano genere ma ovviamente si concentrano sulle situazioni piu’ vulnerabili. Le cose stanno cambiando anche grazie alla rete (internet) attraverso la quale ho scoperto questa bella storia. Al di la’ dell’ingiustizia resta l’importanza ed il merito della scoperta. Spero che ci siano tanti altri giovani e meno giovani con simili passioni. Con l’entusiasmo e la determinazione e’ possibile vincere anche le ingiustizie piu’ elementari come questa.

Risposta
Tiziana Brazzatti 24/02/2021 - 15:13

Grazie di cuore, Maurizio. Come te penso che le nuove generazioni possano cambiare vecchie consuetudini.

Risposta
Elide Catalfamo 07/07/2021 - 22:10

Ciao Tiziana e Sara, leggo solo ora e per caso le vostre risposte al mio commento. Sara mi deve scusare perché non avevo indagato il cognome dell’intervistatrice, quindi un saluto affettuoso e, l’età ormai ce lo consente, un forte abbraccio al papà. Avete ricordato la famiglia Baldini per cui gli comunico che Etto è scomparso in questi giorni. Di quel periodo ho ricordi indelebili per l’entusiasmo che animava tutti noi. A Tiziana ricambio l’abbraccio e le auguro di continuare a vivere le sue passioni, so per esperienza quanto sia difficile entrare nella torre eburnea del mondo accademico, sto però sperimentando che in molti tra i miei ex colleghi c’è grande considerazione per quello che ho fatto insieme a un manipolo di appassionati volontari con Bussani in testa. Il tempo è galantuomo. Io ho scritto qualcosa sull’esperienza del Parco Marino di Miramare sul mio Facebook Lacatà Lacatà, è a spizzichi e spero di completare il puzzle dei miei ricordi prima che svanisca o.

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