Imprenditore a ritmo di raggae
Ciao “Torzeona” un saluto dall’Etiopia…complimenti per i tuoi commenti!!!…vivendo all’estero non è facile far capire a quelli che rimangono a casa tutte le emozioni che la distanza dalla propria terra crea…Brave!!!
Ho conosciuto Nicola con questo messaggio su Facebook: mi ha scritto lui dopo aver letto l’articolo del primo febbraio sul Messaggero Veneto a me dedicato.
Incuriosita dalla sua storia ed esperienza all’estero, ho pensato di chiedergli un’intervista su Skype. Così ci siamo collegati, io da Shanghai (in Cina!) e lui da Abidjan (in Costa d’Avorio)! Due friulani a confronto che non si sono mai incontrati di persona ma che sembrano conoscersi da tempo perché l’espatrio è così: rafforza i rapporti e crea amicizie più facilmente, complici un po’ la nostalgia e il desiderio di ritrovare casa in terra straniera.
Eccovi quindi la mia chiacchierata virtuale con Nicola che è stata emozionante e molto interessante proprio perché c’è stata, almeno per me, un’intesa immediata.
S: Mandi Nicola! Raccontami come mai hai scelto l’Etiopia!
N: A dire il vero non sono io che l’ho scelta, ma è lei che ha scelto me. Assieme a degli amici c’era in progetto di andare a fare un viaggio in India durante le vacanze estive. Ad una cena però abbiamo conosciuto un ragazzo che lavorava in Etiopia come tour operator che ci ha decantato le meraviglie di questo paese. Così quell’estate del 1999 abbiamo optato per cambiare rotta e andare a vedere con i nostri occhi quanto lui ci ha raccontato con tanto entusiasmo. L’anno seguente sono andato lo stesso in India ma non mi ha dato le stesse vibrazioni che invece mi aveva regalato l’Etiopia. Per cui sono ritornato in Africa per alcuni mesi e mi si sono presentate subito molte opportunità.
Nonostante lavorassi nell’azienda familiare che produce scarpe da generazioni a Gonars, ho mollato tutto e me ne sono andato. Era il 2003. Sono rimasto in Etiopia per quattro anni, poi sono dovuto rientrare in Friuli per motivi familiari ed ora sono di nuovo qui dal 2012.
S: Di cosa ti occupi?
N: Faccio diverse cose e cerco di trasmettere la mia energia nei lavori che svolgo. Una grande passione è suonare le percussioni con Sydney Salmon & Imperial Majestic Band, una tra le più importanti reggae band d’Africa. Questo mi consente anche di visitare altri paesi per via dei concerti: ora ad esempio sono ad Abidjan in Costa d’Avorio e tra poco facciamo le prove (per cui sbrigati con sta intervista! Ndr).
Il mio lavoro principale è però lavorare con Sole Rebels e seguire il progetto “Made By Ethiopia”, entrambi capitanati da Bethlehem Tilahun Alemu. Bethlehem è considerata una tra le donne di maggior rilievo in Africa per la sua tenacia sul lavoro e volontà di migliorare il proprio Paese. Sole Rebels è un’azienda che produce scarpe usando materiali di riciclo, tra cui i copertoni delle ruote, che diventano suole. Creiamo così del business e cerchiamo di aiutare la gente locale dando loro un lavoro. Nel progetto Made BY Ethiopia infatti abbiamo consorziato 12 fabbriche di scarpe per coinvolgere i marchi internazionali a portare la loro produzione in Etiopia. Lavoriamo soprattutto con marchi nord americani e questo mi porta a viaggiare spesso in USA e mi tiene ancora più distante dal nostro Friuli.
S: Quindi la tua esperienza familiare come produttori di scarpe ti è stata fondamentale!
N: Certo! Noi in famiglia facciamo scarpe da 100 anni e a Gonars la fabbrica è tuttora esistente e operante. I miei parenti la seguono e continuano a produrre scarpe per marchi di nicchia. Abbiamo una storia e una qualità notevoli. La mia esperienza lavorativa me la sono creata li: negli anni ’80 era quasi una vergogna lasciare la scuola. Io a 15 anni sono andato in fabbrica a lavorare dai miei e a 17 anni ho abbandonato gli studi, malgrado poi abbia continuato a studiare per conto mio. Tutto ciò che ho imparato a livello manuale, ora mi viene riconosciuto come una grande risorsa. La scuola di vita per me è più importante: la manualità e l’artigianalità che ho acquisito negli anni sono ora rare da incontrare. Tutt’oggi nell’azienda di famiglia facciamo difficoltà a trovare artigiani o persone alle quali è stato insegnato un “mestiere” usando semplicemente le mani.
S: Ci sono delle connessioni tra il Friuli e l’Etiopia?
N: L’Etiopia e il Friuli sono legati secondo me da un forte senso di appartenenza. Noi friulani ci sentiamo più friulani che italiani così come loro si sentono più etiopi che africani! Entrambi siamo molto orgogliosi della nostra terra e del nostro essere ed entrambi siamo delle teste dure, difficili da domare! Un altro legame lo trovo nella musica reggae: l’Etiopia è considerata la “Terra Promessa” per i rasta e il Friuli ha ospitato per tanti anni il Rototom perché anch’esso è una “terra rasta”. Come scrissi in un articolo del giugno 2010, “In Friuli Sydney Salmon (cantante reggae di fama internazionale, ndr) ha scoperto i legami e l’intreccio della filosofia rasta legata a questa zona ancora non avvolta dallo stress delle metropoli. In Friuli ha scoperto che la triangolazione geografica perfetta tra la Jamaica, l’Etiopia e il Friuli può portare un’energia utile a sviluppare un movimento di pace e rispetto unico.” (qui l’articolo completo che Nicola ha scritto per il Messaggero Veneto).
S: Qual è il tuo rapporto con il Friuli ora?
N: Vedo l’opportunità di tornare in Friuli, perché ho acquisito molte competenze e buone conoscenze che credo possano trovare successo anche a casa. Mi dicono che c’è crisi e mi scoraggiano a rientrare, ma io credo nella storia ed esperienza della mia famiglia e della mia per cui mi piacerebbe creare un marchio di scarpe, magari di nicchia, e vendere direttamente. Non dimenticherei nemmeno la mia band! Vorrei riportare Sydney e il gruppo in Friuli come feci nelle estati del 2008 e del 2010. Del Friuli Venezia Giulia mi manca il vino, soprattutto il Cabernet Franc! Mi mancano i paesaggi che sono stupendi. Addis Abeba è una città grande e caotica, mi manca il poter passeggiare liberamente nei prati o nei boschi, senza gente e senza confusione. Anche l’Etiopia comunque è molto bella e ricca di tradizioni: pensa che è il primo paese ed anche l’ultimo ad essere nominato nella Bibbia. Mi sento a casa anche qui ma vorrei tornare in Friuli più spesso e chissà che io non ci rimanga…