Pignarûl, cabossa, foghèra, seima…tanti sono i modi per chiamare i fuochi propiziatori di inizio anno che si fanno il 5 o il 6 di gennaio. Lo scopo? Scoprire come saranno i prossimi 360 – o 359 – giorni!
Le origini paiono essere celtiche, in adorazione del Dio del fuoco Beleno che si voleva ingraziare per avere un raccolto abbondante.
Spesso, si usa mettere la Vecchia in cima alla pira o un fantoccio che simboleggia il passato appunto da bruciare e da dimenticare. Il tutto corredato da vin brulè, pinza e tanta allegria e speranza per un anno migliore.
Vi lascio con il detto che si usa dalle mie parti (ma ogni zona ha il suo modo di dire):
Se il fum al va a soreli a mont,
cjape il sac e va pal mont.
Se il fum al va a soreli jevât,
cjape il sac e va al marcjât
Traduzione:
Se il fumo va a occidente,
prendi il sacco e vai per il mondo [emigra].
Se il fumo va a oriente,
prendi il sacco e vai al mercato [a vendere il raccolto]
Per saperne di più sul pignarûl, vi segnalo questo bell’articolo del sito Friulani.Net.
E nella vostra zona, esistono i fuochi propiziatori o un rito simile? Non esitate a lasciare un commento qui sotto e se il post vi è piaciuto, potete condividerlo sui social qui sotto 🙂
4 commenti
Dalle mie parti si chiama seima! Sul monte sopra casa mia la fa la protezione civile e posso dire senza indugio che si mangia la migliore minestra di fagioli e cotechino del mandamento! Tutto questo a Vermegliano, una frazione di Ronchi dei Legionari (GO)
Da me il detto è: se sufia a levante raccolto abbondante, se sufia borin né pan né vin. Che tradotto significa che se il vento soffia verso est ci sarà abbondanza, se invece soffierà vento di bora (quindi verso ovest) ci sarà carestia.
Grazie del commento e delle informazioni Barbara!
Ti ho inviato un link se vuoi dare un’occhiata alla tradizione del falò a Valvasone PN
Grazie mille! Molto interessante! Un’altra bella tradizione della nostra regione.