Medea è un paese alle porte del Collio sito ad una ventina di minuti ad ovest di Gorizia. Lo conoscevo già per via del suo simbolo, l’Ara Pacis Mundi, ma non così bene. Devo quindi essere grata a chi mi ha accolta ed ospitata durante la mia visita, facendomi sentire in famiglia, aprendomi le porte di casa e facendomi scoprire delle “chicche” che ora vi racconto nell’articolo su cosa vedere a Medea.
Per prima cosa però concedetemi di ringraziare:
- l’esplosiva Patrizia Bison – che mi ha contattata – ed il suo compagno Gabriele Brumat dell’omonima azienda agricola, titolari anche dell’Osteria Vinars;
- il simpatico “signor sindaco” Igor Godeas che mi ha fatto compagnia in bicicletta e…in vigna;
- l’appassionato e prezioso Gianluigi Martinis che mi ha raccontato con orgoglio la sua amata Medea.
Venite dunque anche voi con me a scoprire cosa vedere a Medea, o meglio Migjea (in friulano locale).
Nell’articolo su cosa vedere a Medea vi racconto:
- della ciclopedonale Versa – Judrio;
- dell’azienda agricola Brumat e dell’osteria Vinars;
- del monte di Medea;
- dell’Ara Pacis Mundi.
1. Tutti in bici: la ciclopedonale Versa-Judrio
Il progetto – che ha come capofila proprio Medea – prevede di collegare con una pista ciclopedonale diversi comuni bagnati dai torrenti Judrio e Versa, entrambi facenti parte del bacino idrografico dell’Isonzo. Più precisamente i comuni interessati sono Capriva del Friuli, Chiopris-Viscone, Cormòns, Mariano del Friuli, Medea, Moraro, Romans d’Isonzo e San Giovanni al Natisone.
Trovate la cartina in PDF con i due percorsi disponibili oppure potete ritirare la vostra copia cartacea presso il comune di Medea e l’osteria Vinars in centro paese. L’Osteria Vinars mette a disposizione anche delle bici su richiesta ed è dotata del punto di ricarica per le vostre bici elettriche. Un’attività da non perdere per una gita su cosa fare a Medea.
Il sindaco Igor ed io abbiamo percorso il tratto che ricade nel comune di Medea: strade sterrate in mezzo ai campi con vista panoramica su tutto il paese e sul colle di Medea. Lungo il percorso, tra aziende agricole con cavalli al pascolo e un maneggio, abbiamo raggiunto una sponda dello Judrio per un momento di relax al suono dello scorrere dell’acqua.
1.1 – Norcineria
Rientrati in centro, il sindaco mi ha accompagnata a conoscere la signora Barbara e visitare una delle norcinerie del paese, quella del Vecchio Arco: dovete sapere che a Medea l’arte norcina si tramanda da generazioni, pertanto se pensate di fare un salto da queste parti vi invito a scoprire i numerosi prodotti della tradizione!
1.2 – Vigne
Igor ed io abbiamo fatto un pit-stop di rifornimento…a base di un ottimo Tocai Brumat (si, lo so, si dovrebbe dire Friulano) che Patrizia ci ha regalato per andare a fare un brindisi in mezzo al vigneto “Sot la Mont”, proprio ai piedi del colle di Medea. Per arrivarci abbiamo superato la ex cava d’argilla che oggi è diventata un’oasi naturale, con germani reali che disegnano il loro percorso sull’acqua. Cosa chiedere di più, amici torzeoni, di una vigna accesa dai colori autunnali sorseggiando un vino di qualità in buona compagnia, immersi nella natura?
Un aspetto a cui mi piace dar risalto – e che conoscete se mi seguite da un po’ – è che Brumat, membro della FIVI ed artigiano del vino, fa un uso limitato di concimi e di trattamenti fitosanitari. Beh, non vi resta che venire a fargli visita per una degustazione!
2. Dove mangiare a Medea: l’Osteria Vinars (o vinârs?)
Che voglia dire venerdì (vinars) o vinârs (vinaioli) l’Osteria si trova proprio in centro paese e in autunno la pergola sotto la quale potete mangiare all’aperto è piena dei colori della vite canadese. All’interno l’ambiente è semplice e caldo, familiare, ornato ed arricchito dalla presenza della sala delle zuppiere inglesi. Se volete organizzare un evento potete prenotarla: dispone di venticinque posti a sedere e il menù è realizzato “su misura”, per soddisfare le vostre richieste. Insomma, basta rivolgersi a Patrizia e Gabriele che si prodigheranno per accontentarvi al meglio!
Mi siedo sotto la pergola ed ascolto i chiacchiericci dei clienti che si godono il luogo con un bicchiere da una parte ed una tartina fatta in casa dall’altra. L’atmosfera di questa giornata autunnale è un regalo che voglio godermi appieno. Faccio anch’io nuove amicizie mentre lascio da parte la dieta e mi concedo parecchi vizi.
D’altronde sapete che il cibo è il mio punto debole, no? Inizio con il toc’ in Braide con salsiccia di produzione propria; proseguo con uno sformato di melanzane con fiocchi di latte e dulcis in fundo un piatto immancabile di questa stagione: i superlativi gnocchi di susine. Inutile star qui a elogiare i piatti, guardate le foto.
Per maggiori informazioni sugli altri servizi e prodotti dell’osteria e dell’azienda agricola Brumat, vi consiglio di visitare direttamente il loro sito.
3. Il monte di Medea e la chiesa di Sant’Antonio
Dopo pranzo accompagnata dal signor Gianluigi, grande appassionato di Medea e della sua storia, vado a visitare la chiesa di Sant’Antonio. Il monte di Medea è “un’isola carsica” in mezzo alla pianura alluvionale, l’ultimo baluardo del carso triestino-goriziano. Questa collina ha una un’origine antichissima, datata tra 140 e 75 milioni di anni fa ed è stata abitata fin dal V e IV secolo a.C., come testimoniavano i resti di un castelliere preistorico e di una necropoli paleoveneta, ormai non più presenti.
Il colle di Medea, che gli abitanti chiamano “la mont”, ospita una chiesetta – eretta in tempi remoti – dedicata a due santi: Sant’Antonio Abate e Sant’Antonio da Padova. Erano presenti altre due chiese campestri che però sono state demolite. Nel 1860 è stato costruito il nuovo campanile più alto del precedente e con tre campane anziché due. Sarebbe interessante visitarla all’interno: si può fare chiamando il parroco per tempo. Magari se Torzeando organizza la possiamo visitare assieme, cosa ne dite? 🙂
Per digerire il pranzo o per godervi una passeggiata, potete arrivare alla chiesa a piedi partendo dal centro del paese tramite la scalinata che venne realizzata grazie alle offerte dei fedeli e del parroco di Medea: iniziati nel 1815 i lavori terminarono nel 1821. Ad oggi il comune ha già ricevuto i finanziamenti per ripristinarla al meglio.
Si tratta di 334 scalini su quattro rampe, meravigliosamente immersi nella natura. Se poi avete ancora voglia di far due passi, nel parco del colle di Medea potete camminare lungo i sentieri ed incontrare scoiattoli e caprioli ma…occhio ai cinghiali!
Una curiosità sul luogo è quella legata alla leggenda che fa riferimento alla Medea di Euripide e che potete leggere qui. Che la terra rossa del Carso, tipica di questa zona, abbia questo colore per via del sangue dei figli della maga Medea che li uccise?
3.1 – Poesia
Infine vi lascio anche una bella poesia che mi ha insegnato Gianluigi:
De to mont tu pues vantati,
si Migea, mio dols pais,
de to mont che je’ tant biela,
ver cianton di Paradis
4. L’ara Pacis Mundi, simbolo di Medea
L’Ara Pacis Mundi, il tempio dedicato alla memoria dei caduti e dispersi in guerra è un luogo davvero suggestivo e commovente. Nel marzo del 1950 nasce a Roma la volontà di costruire un monumento dedicato alla pace, al sacrificio e alla gloria. Secondo il progetto dell’architetto Mario Bacciocchi “l’altare”, inaugurato il 6 maggio del 1951, vuol essere in richiamo all’Altare della Patria di Roma. L’importanza di tale avvenimento venne celebrata dal poligrafico dello stato l’11 aprile ’51 con la stampa del francobollo dedicato al monumento.
Bacciocchi lo ha pensato in questi termini: se voi attraversate le porte piccole e basse dovete chinare per forza il capo e questo rappresenta il sacrificio; quando invece passate attraverso le porte più alte proverete un senso di gloria. L’Ara Pacis Mundi non è però stato completato: l’ampia scalinata frontale doveva essere l’entrata principale.
All’interno del monumento troverete l’urna dove sono raccolte zolle di terra provenienti da oltre 800 cimiteri di guerra italiani e stranieri, oltre ad alcune ampolle d’acqua marina prelevate nei luoghi in cui affondarono navi di diverse nazionalità. Sull’ara vera e propria fatta in porfido di Valcamonica e al cui interno c’è semplicemente un’urna in legno è incisa la scritta “l’odio produce morte, l’amore genera vita”.
Concludo con la miglior definizione secondo Gianluigi e che io condivido: “l’Ara Pacis è la Vertigine del sacro”.
Spero che questo articolo su cosa vedere a Medea vi sia piaciuto e sappiate che Medea e i suoi concittadini vi aspettano per una visita al loro paese: vi garantisco che qui trovate l’ospitalità e la genuinità di un tipico borgo friulano.
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12 commenti
Abbiamo letto la presentazione che hai fatto di Medea con tanta ricchezza e passione. Ci siamo proprio gustati l’articolo.
Molto belle anche le foto che testimoniano la suggestione dei luoghi descritti. Brava
Sempre la mia mamma e il mio papà del cuore
Molto bello. Articolo pieno di entusiasmo e di spunti, da approfondire personalmente in loco! grazie. Giorgio
Ci torniamo assieme!
Bello, ampio e vivace. Bellissime le foto.
Grazie, detto da una giornalista professionista è un onore.
Leggendo ciò che hai scritto vien voglia di montare in macchina e correre a visitare Medea
E allora…via! Grazieeee
Complimenti per la splendida immagine che hai dato della mia Medea. Bravissima! Grazie.
Mi fa tanto piacere Romina tu abbia apprezzato. Buona giornata, Sara
Il nostro paese è stato descritto con grande professionalità ed empatia. Caratteristiche non comuni. Ne deriva un grande valore aggiunto nella promozione delle nostre peculiarità.
Grazie Sara! Comunque dovrai tornare, ci sono altre cose da vedere e altre attività da visitare.
Certo signor sindaco!! Grazie ancora dell’ospitalità nel vostro bel paese. 🤗