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sacrario di Redipuglia nel carso goriziano

Il carso goriziano e il Sacrario militare di Redipuglia

da Sara

Una distesa di roccia ed arbusti: sull’altipiano del carso goriziano trovarono la morte migliaia di giovani

Al di là del fiume Isonzo, in direzione di Trieste, inizia il cosiddetto carso goriziano, un particolare paesaggio formato da roccia calcarea modellata dall’acqua e dal vento. In questo ambiente così aspro si combatterono le dodici battaglie del fiume Isonzo dove decine di migliaia di uomini, molti tra i sedici e i diciannove anni, si affrontarono nella prima guerra mondiale, morendo per la propria Patria.

Un memoriale custodisce i corpi, spesso senza nome, di queste giovani vite: il Sacrario militare di Redipuglia, il più grande d’Italia. Un monumento a cielo aperto formato da un’austera scalinata dove ad ogni gradone si ripete la scritta “presente”. Presenti sono qui le spoglie di oltre cento mila morti. In cima alla scalinata, tre croci – che ricordano la crocifissione di Cristo – e un panorama sulla pianura friulana difficile da riconquistare. Poco più in là, il mare che arriva fino a Trieste: per riaverla in Italia bisognerà combattere un’altra guerra ed aspettare fino al 1954. Visibili tutt’ora in questo parco della rimembranza che include anche il colle Sant’Elia, sono gallerie e trincee, nonché proiettili inerti e mitragliatrici. Un luogo a memoria di chi sacrificò la propria vita per l’Italia.

Oggi il carso goriziano è una distesa di rocce ed arbusti dove camminare, fare escursioni in mountain bike, arrampicarsi o andare per osmize. Sul carso oggi s’incontrano e si fondono – pacificamente – il popolo italiano e quello sloveno.

Che t’importa il mio nome?

Grida al vento FANTE D’ITALIA

e dormirò contento

Il “Sass de San Belin”, una semplice camminata in un luogo mistico

Vicino a Redipuglia, in località Polazzo, si trova un grande masso di pietra carsica che si dice raffiguri il volto del dio Beleno. Il sito è stato sistemato e reso fruibile dal signor Luciano Visintin detto “Cianela“, da qui il nome che troverete all’imbocco del sentiero. Anche in questo luogo vedrete tracce del primo conflitto mondiale, infatti ai piedi della salita ci sono i resti di una trincea austriaca. Il cammino è costeggiato dai muretti a secco, tipici dell’ambiente carsico e c’è anche un anfiteatro abbellito da fiori e ulivi dove si può trovare ristoro. Di certo si sa che il “sass” venisse usato dai Celti come ara in onore del dio della luce aquileiese, Beleno appunto. Un’altra versione invece vuole che qui streghe e demoni si riunissero durante il plenilunio per il sabba.

Spero che queste indicazioni per una gita in giornata nel carso goriziano vi siano utili e se l’articolo vi è piaciuto, potete condividerlo sui social o lasciare un commento qui sotto 🙂

6 commenti

Athol 12/07/2018 - 09:41

Interesting..

Risposta
Sara 16/07/2018 - 08:36

It is a sad but interesting place Athol, yes. All this area during the wars was in between different countries and populations. Ciao!

Risposta
Marco 09/06/2020 - 21:28

Lungo la strada che sale sino in cima, quasi in cima si trova un incrocio svoltando a destra si può raggiungere la dolina dei 500 con varie trincee recuperate e restaurate. Si tratta di una dolina adibita ad ospedale durante la Grande Guerra.
http://www.prolocofoglianoredipuglia.it/dolina-dei-bersaglieri/

Risposta
Sara 09/06/2020 - 21:49

Grazie molte della segnalazione Marco, la prossima volta che passo da Fogliano ci andrò sicuramente. Sono molto interessata alla storia del nostro territorio.

Risposta
Dario 10/06/2020 - 21:54

Onori!

Risposta
Sara 11/06/2020 - 21:46

Eh si, poveri giovani…

Risposta

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