Autunno è entrare in un bosco ed ascoltare le foglie che cadono mosse dal vento
È camminare su un tappeto colorato del Carso e far scricchiolare i legnetti ormai secchi. È un’ombra lunga e sottile al tramonto in uno dei tanti campi di granoturco, mentre si cercano le pannocchie scampate alla mietitura. È il periodo dello stare insieme sbucciando le castagne e bevendo ribolla.
Autunno è il momento d’intagliare e decorare una zucca alla festa del mio paese ed è profumo di mandorle caramellate e di zucchero a velo della fiera di San Martino. Nel Collio le aziende vitivinicole aprono al pubblico per far assaggiare il vino novello (leggi l’esperienza dell’anno scorso qui) e anche in questo luogo s’assiste alla magia del foliage, tra i vigneti.
Iniziano i primi freddi e le prime nevi sulle cime delle montagne
…che, grazie alla Bora, sembrano così vicine viste dal mare. Ci si siede attorno al fogolar, fulcro della casa friulana. Il fumo che esce dai camini si confonde con la nebbia della pianura. Ci si prepara alle feste natalizie che – per alcuni luoghi del Friuli Venezia Giulia, quelli dell’ex Impero Austro Ungarico – iniziano già il 6 dicembre con San Nicolò ed i Krampus.
Autunno è assistere allo scorrere del tempo, quando al giovane verde si sostituiscono il giallo, il rosso e l’arancione che segnano il cambiamento. È un po’ malinconia nel vedere la caducità della natura ma è anche bellezza perché sai che essa, prima o dopo, rinascerà.
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3 commenti
Più che un racconto è poesia pura. Brava Sara, ottimo post.
Esagerato! Grazie Ste, anche in autunno non ci si annoia nella nostra regione! Un abbraccio
W San Nicolò!!ciao Sara!!sempre bravissima