Il mito del serpente senza fine che si inerpica sulle montagne
Camminare sulla Grande Muraglia è un sogno che si avvera. Si ha l’impressione di poter entrare di diritto a far parte della storia solo per il fatto di esserci stati. Anche se tocchi la pietra con le mani mentre fatichi a percorrere i saliscendi o se ti inerpichi sui gradini per fare ancora un pò di strada e verificare se finisce, non ti rendi pienamente conto di essere di fronte ad una delle sette meraviglie del mondo (moderno).
Un muro lungo sei mila chilometri, anzi no. Sembra che la muraglia sia lunga addirittura NOVE mila chilometri! È così imponente che si può vedere anche dallo spazio. Macché… è una bufala bella e buona, frutto di una leggenda che permane ormai da secoli. Pensata per difendere gli imperi che si sono susseguiti in 1500 anni di storia, di fatto non venne mai utilizzata per questo scopo. Insomma, la Grande Muraglia è un mito e come tale è avvolto da un alone di mistero e di fantasia che ammalia il visitatore anche dopo averla vista e – soprattutto – vissuta. A Mutianyu, quando il sole non è ancora alto e quando le corriere cariche di turisti devono ancora arrivare, il sogno è perfetto e il mito non delude le aspettative. L’autunno poi dà quel tocco di colore in più che smorza e allo stesso tempo accende il grigiore della pietra.
Tutt’attorno natura, montagne a perdita d’occhio e tanta, tanta pace
Un contrasto non da poco con una metropoli come Pechino o come la “mia” Shanghai (qui potete capire meglio a cosa mi riferisco). A Mutianyu ho sognato ad occhi aperti battaglie corpo a corpo e soldati che scrutano l’orizzonte in cerca di nemici. Ho immaginato il profilo della Città Proibita e quello dell’imperatore che bisogna difendere, a tutti i costi.
E poi apro gli occhi, ma non smetto di fantasticare.